Terzo settore e Recovery Plan: parlano il Cnel, il Forum, Sbilanciamoci e l’Asvis. Sono le voci, tra le tante, che invocano – giustamente – una compartecipazione attiva della società civile alla cabina di regia per la programmazione di progetti e obiettivi

Un “cambio di passo”: è stato evocato più volte, durante i giorni della crisi di governo. La ricostruzione dell’Italia devastata (come il resto del mondo) dalla pandemia non concede titubanze: deve essere fatta presto e bene. Ma «la riuscita dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dipenderà dalla capacità e dal grado di coinvolgimento delle parti sociali e delle forze produttive del Paese […] e dalla governance del Piano stesso. In particolare, […] servono una cabina di regia autorevole e trasparenza sullo stato di avanzamento dei progetti con un’informazione e una rendicontazione puntuale e pubblica». Lo ha affermato il presidente del Cnel, Tiziano Treu, a margine di un’Assemblea tematica del CNEL integrata dai 24 consiglieri della delegazione italiana del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), avente ad oggetto – appunto – lo stato del PNRR italiano ossia, il cosiddetto Piano nazionale di riprese e resilienza.

Le voci: Il Forum del Terzo settore

Lo ribadisce, con altrettanta forza e convinzione, il Forum del Terzo settore che incontrando il governo ha indicato le proprie proposte, su tre grandi assi: a) il completamento dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), b) l’adozione di un piano d’azione nazionale per l’economia sociale, ecc., c)  la creazione di una rete di protezione sociale, come principali obiettivi su cui spendersi.

Sbilanciamoci!

Ancora: il sempre molto puntuale e attento sito della Campagna Sbilanciamoci! (che riunisce dal 1999 49 organizzazioni e reti della società civile italiana “impegnate sui temi della spesa pubblica e delle alternative di politica economica”), prima fa un’analisi dei contenuti del Recovery Plan del governo Conte (prima della crisi), e poi, come fa ogni anni, avanza anche delle proposte concrete nella propria “controfinanziaria”, in un articolo dal titolo “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente“, pubblicato il 7 dicembre 2020.

L’Asvis

Infine, l’Asvis, (l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) in un elaborato articolo del 27 Gennaio 2021, a firma di Luigi Di Marco e dal titolo “Come deve essere elaborato il Piano nazionale di ripresa e resilienza“, entra non solo nel merito del questioni, bensì affronta anche il tema delle “nuove linee guida per l’elaborazione dei Pnrr”, che sono, appunto: coerenza, modalità attuative, governance, consultazione della società civile (ergo Terzo settore), complementarità.
Insomma: se è vero, come dice il Commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni che per l’Italia questo Piano può essere «l’occasione della vita», sprecarla o gestirla con sufficienza sarebbe un delitto le cui conseguenze – lo sa bene chi gestisce oggi il percorso – ci porteremmo dietro per anni.

Foto di copertina: Malachi Witt su Pixabay