La capitale tedesca è in continua trasformazione ma il Mediaspree è un nuovo progetto a discapito del benessere dei cittadini

A metà anni ’90, seguendo il principio della “Zwischennutzung” (l’utilizzo temporaneo degli spazi), molte associazioni culturali presero in gestione aree la cui destinazione d’uso era ancora in fase di riconversione. Ad oggi, questi spazi sono tra i club più conosciuti della scena musicale berlinese.
In quegli anni, tuttavia, furono sviluppati anche i primi piani per l’area contesa lungo la Sprea a sud-est di Berlino, da Jannowitzbrücke a Elsenbrücke, che furono successivamente inclusi nel cosiddetto “Planwerk Innenstadt” (Piano centrocittà), e poi ancora, nel 2001, programmati all’interno dei piani “Leitbild Spreeraum” (Modello Area Spree) e “Mediaspree”, pubblicati dal Senato di Berlino. L’obiettivo principale di questi piani era collegare il centro città con i quartieri ad est, come Friedrichshain e Kreuzberg, e creare un nuovo hotspot per i media e la creatività su un’area di 3,7 km con 180 ettari di potenziale area di sviluppo, con piani per uffici, hotel e location per eventi (Universal, MTV, ecc. ).
A causa della critica situazione finanziaria di Berlino e della strategia neoliberista di sviluppo urbano del Senato, il potere operativo si è spostato sempre più verso investitori privati, sperando che questi potessero portare vantaggi futuri nella concorrenza internazionale.
Ma, in una Berlino in continua trasformazione, l’area in questione è diventata popolare all’interno della scena alternativa musicale, grazie all’uso temporaneo che ne è stato fatto sino ad oggi. Questi usi, tuttavia, sono in netto contrasto con i piani voluti dal Senato e quindi l’aggravarsi del conflitto era solo una questione di tempo.

Il quartiere più emblematico di Berlino

In seguito ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, entrambi i quartieri di Friedrichshain che di Kreuzberg sono stati rasi al suolo e, in particolare, l’area del conflitto in cui sorge ora il progetto di Mediaspree. Con la costruzione del Muro di Berlino il numero di residenti si è nel tempo dimezzato e Friedrichshain (a nord) passata sotto l’influenza sovietica, mentre Kreuzberg, a sud, sotto quella americana. Vicini, ma culturalmente lontani, questi quartieri persero la loro forza e la loro bellezza e alla fine degli anni ’60, quando gli edifici iniziarono ad essere occupati da squatterurban piooners.
Con la loro ritrovata unione dopo la caduta del Muro, furono i primi quartieri a rientrare in una serie di progetti di sviluppo urbano finalizzati a recuperare quell’unico Bezirk (distretto) e ridare quell’aspetto originario di città unita e forte.
Ma dove fallirono le pratiche amministrative e le pianificazioni urbanistiche di sviluppo della città del Senato di Berlino, furono le iniziative spontanee a trovare la propria forza.
Il vero impulso alla riunificazione delle sponde del fiume, infatti, è stato dato dalla diffusione della club culture e delle prime joint venture musicali, come ad esempio quella del Trésor, in cui collaborano tedeschi dell’est e dell’ovest, che hanno trasformato il quartiere nel “the place to be”. La riqualificazione dell’area è avvenuta, in primis, su tutt’altro livello rispetto a quello amministrativo, più importante, in maniera del tutto spontanea: quello sociale.
Le politiche urbane di Berlino, dal 2001 al 2014, realizzate durante il mandato del Sindaco Klaus Wowereit, infatti, hanno avuto come obiettivo dichiarato far divenire la Capitale tedesca una città “poor but sexy”, di trasformarla nella Silicon Valley europea creando uffici e zone adatte per creativi, start up e artisti. Ma Mediaspree ha un’identità così forte e riconoscibile che è troppo difficile spazzar via.

La protesta e le Iniziative

La pianificazione del masterplan del Mediaspree è stata condotta su base partecipata, un coinvolgimento fra pubblico-privato (es.Mediaspree e.V.) che ha, tuttavia, portato il Senato ad agire in modo sempre più favorevole agli investitori privati. La continua fusione di economia e politica, la paura della gentrificazione e della radicale trasformazione della zona hanno allertato i residenti locali, che hanno creato un movimento di protesta a livello cittadino contro i piani di Mediaspree e sulla strategia di sviluppo urbano neoliberista a Berlino.
Questa lotta ha voluto far risaltare diverse problematiche come quella ambientale, il rischio di un effetto gentrification, che causa l’aumento del costo dello spazio abitativo, e la possibile modifica dei caratteri storico-culturali dell’area.
Nel 2006, i residenti locali e le persone della scena alternativa di Friedrichshain e Kreuzberg hanno fondato l’Iniziativa “Mediaspree versenken!” (Affonda Mediaspree!), per contrastare proprio i piani Mediaspree. Questo per creare una specie di contraltare alla pianificazione urbana, che trascurava il quartiere ed il suo profilo sociale ed ecologico, le esigenze del distretto e dei residenti, dal momento che guardava solo ad un rapido sviluppo economico creato per e dai grandi investitori. L’Iniziativa ha raccolto sostenitori organizzando una “Kiez-Gang” (Passeggiata a Kiez), ed eventi-informativi nel territorio circostante.
Nel 2007, è stato delineato il masterplan, che prevedeva un redevelopment totale delle rive della Spree, attraverso l’insediamento di imprese del mondo, dei media e della comunicazione, strutture alberghiere, aziende legate all’offerta di servizi, industrie creative e del divertimento, palazzi destinati a residenze di lusso e, ovviamente, un gigantesco centro commerciale. Tutto ciò veniva pianificato in un quartiere dove quasi la totalità della superficie era già stata edificata.
Così si costituì una nuova “Bürgerbegehren” (Iniziativa dei cittadini), che introdusse un’ulteriore richiesta insieme a quelle già evidenziate dall’Iniziativa Mediaspree versenken!: una fascia priva di edifici di 50 metri lungo la Sprea, limite di altezza per i nuovi edifici a massimo 22 metri e il rifiuto di un altro ponte stradale previsto dal progetto.
Dato che nel 2008 non era stato ancora raggiunto un accordo sulla Commissione Straordinaria per lo Spreeraum, grazie ad una raccolta di firme (16.500 in meno di cinque mesi), nel luglio dello stesso anno venne indetto il referendum “Spreeufer fur allee” (Spreeufer per tutti): l’87% degli elettori ha votato in favore di “Mediaspree versenken!” contro l’attuazione del progetto.
La consultazione non aveva carattere vincolante ed infatti le richieste sono state sostanzialmente disattese.
Tuttavia, ciò che merita di essere osservato è come una consistente quota di popolazione abbia preso parte attivamente al progetto, ottenendo un dialogo diretto con le istituzioni e con gli investitori.
Venne, infatti, formato un comitato speciale – dal nome “Spree Area” – per le successive trattative, all’interno del quale è emerso che l’Iniziativa aveva una fatale mancanza di solidi suggerimenti alternativi per gli sviluppi futuri. Questo ha portato a disaccordi ideologici e conflitti interni, nonché all’inevitabile scissione dell’Iniziativa in due parti: la “AG SpreepiratenInnen” (No alle Negoziazioni) e la “AG Spreeufer” (Sì alle Negoziazioni). Queste circostanze e la successiva diminuzione del sostegno pubblico, necessario al culmine delle proteste, possono essere le ragioni per la quale non si sono raggiunti gli obiettivi desiderati.

Storie da Berlino_Progetto

Pier61/63 in costruzione – Foto di Jenny Paul

Il nuovo piccolo pezzo di città nell’acqua

La Trockland Management, ossia la Società berlinese che sta investendo nel progetto per il Mediaspree, il “kleine Stück Stadt am Wasser” (“Piccolo pezzo di città sull’acqua”),  nonostante le proteste, ha dichiarato che questo sarà pronto tra un anno. In particolate, il Progetto “Pier 61/63”, secondo la responsabile del progetto, Danielle Shapira, prevede un mix funzionale di appartamenti e camere d’albergo di lusso.
Costruito vicino all’acqua, è una sconfitta per l’iniziativa “Mediaspree versenken!”, che richiedeva una distanza di almeno 50 metri dalle rive del fiume Sprea per i nuovi edifici, nel rispetto del sistema ambientale. Per anni l’area tra la East Side Gallery e la Sprea è stata una terra desolata o la sede di vari stabilimenti balneari come il Bar 25; ma a poco a poco, sono stati costruiti nuovi edifici sull’ex striscia della morte cancellando la storia, facendo posto al nuovo, non sempre apprezzato.

Avanti insieme è possibile?

Nonostante la sconfitta, la storia qui riportata si può considerare una grande vittoria da un punto di vista sociale. Le Iniziative, infatti, sono riuscite ad ottenere il dialogo con le istituzioni, la negoziazione con gli investitori, ma soprattutto una forte risonanza mediatica che è riuscita a raggiungere tutti i canali d’informazione, dimostrando l’utilità della partecipazione attiva alla politica cittadina.
Un bene comune, quando riconosciuto tale, ottiene sempre il giusto valore. “Cambiare insieme”, con una politica orizzontale è la strada giusta, i conflitti per preservare questo bene saranno molteplici a seconda degli attori che vengono coinvolti, perché trovare le soluzioni giuste è difficile. Spesso non si tratta solo di riqualificare, ma avviare un vero e proprio percorso di rigenerazione.

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Foto di copertina: Protesta “Mediaspree versenken!”